Trekking naturalistico a Lipari a cura di Associazione Nesos

27 Febbraio 2021 Trekking Lipari

Trekking Lipari

La più grande e popolata isola dell’arcipelago nasconde insospettabili tesori per gli appassionati di natura ed escursionismo. Conviene però pianificare i percorsi con l’ausilio di una mappa dei sentieri e sfruttare la comoda rete dei trasporti pubblici per raggiungerne l’attacco, in genere abbastanza distante dal paese principale.

Trekking a Lipari

Una passeggiata di notevole bellezza è quella che collega le cave di caolino (presso Quattropani) alle terme di San Calogero (a 2 km da Pianoconte); le cave sono abbandonate da anni e di recente sono state riconvertite in un parco geo-minerario dall’azienda vinicola Tenuta di Castellaro, che ha anche allestito un info-point all’inizio del sentiero. Lasciandosi alle spalle le rocce vivacemente colorate della cava, frutto dell’intensa attività fumarolica oggi ormai quasi completamente scomparsa, il percorso scende a valle costeggiando ripide pareti formate dai depositi di riempimento di un lago che esisteva qui intorno a 100000 anni fa, fino ad arrivare nei pressi di Punta Palmeto; si prosegue verso sinistra, su un sentiero più ampio e pianeggiante che si snoda lungo la costa occidentale, per risalire dopo avere superato il ponticello di Vallone dei Lacci e percorrere la strada in cemento che conduce allo stabilimento termale di San Calogero. In tutto, si affrontano circa 300 m di dislivello e si impiegano un paio d’ore. Le terme sono chiuse, ma è possibile affacciarsi sul calidarium di età romana, privo di copertura, che sorge alle spalle del fabbricato ottocentesco, oppure sulla tholos eretta probabilmente in età del Bronzo addossata alla parete posteriore dello stesso. In genere nel luogo stazionano pittoreschi soggetti locali che si offriranno di guidarvi all’interno, ma che non hanno alcun titolo per farlo e che è meglio ignorare, per non incorrere nel rischio di sanzioni per ingresso abusivo in area archeologica.

Un altro percorso molto bello per il Trekking a Lipari, è quello che collega la frazione di Acquacalda a quella di Lami, risalendo il fianco settentrionale di Monte Pilato, e da qui scende fino a Canneto. Chiedete all’autista del bus di lasciarvi all’altezza del ristorante “Da Lauro”, risalite la ripida scalinata fino a uno spiazzo in terra battuta e con un po’ di attenzione individuate il cartello direzionale in legno che indica l’inizio del sentiero. Il paesaggio è dominato dai colori della pomice e dell’ossidiana, due prodotti vulcanici apparentemente diversi tra loro ma la cui composizione è fondamentalmente simile: la prima è stata prodotta durante le fasi esplosive del vulcano di Monte Pilato e si è accumulata sui fianchi formandone la struttura principale, mentre la seconda è originata da una colata lavica che ne ha concluso l’attività, intorno a 800 anni fa. Dopo un’oretta, giunti al termine del sentiero, vi trovate all’interno dell’antico cratere su un’ampia pista dal fondo pomiceo; salite ancora a destra e raggiungete una piazzola, qui imboccate il primo sentiero a sinistra che scende e inoltratevi lungo la strada sterrata che porta a Lami (280 m s.l.m.).

Questo borgo rurale conta poche case, intervallate da orti e frutteti che beneficiano della posizione riparata e di un microclima relativamente umido. Dalla chiesa si prosegue invece in direzione di Canneto, lungo una scalinata in pietra che taglia i tornanti della strada rotabile e che impegnerà poco meno di un’ora; alla fine, con una breve deviazione sulla sinistra, in cinque minuti potete raggiungere le Spiagge Bianche e rinfrescarvi in mare sopra un suggestivo fondale azzurrognolo, altrimenti andando a destra in un paio di minuti sarete al capolinea bus di Calandra.

Un terzo percorso, per il trekking a Lipari, è quello che le guide chiamano “Lipari Sud”; si parte direttamente a piedi dal paese, superando l’ospedale e la contrada Mendolita, per risalire verso Capistello (la soluzione più panoramica) o, in alternativa, lungo il vallone Candali. Le due vie si ricongiungono in località Cappero: da qui si deve proseguire lungo la stradella che porta alla chiesetta della contrada, che costeggia numerose ville estive dai giardini curati e infine giunge sull’estremità meridionale dell’isola, dove in mezzo alla macchia bassa di elicrisi e ginestre potete ammirare il canale tra Lipari e l’antistante isola di Vulcano con i faraglioni Pietra Lunga e Pietra Menalda. Un sentiero conduce in direzione di una villa immersa tra pini e uliveti – il buen retiro del compianto maestro Giuseppe Sinopoli – e da lì all’Osservatorio vulcanologico gestito dall’INGV; per completare l’escursione seguite le indicazioni per la chiesa di San Salvatore e il Monte, e in un’ora circa avrete costeggiato il versante occidentale di Monte Guardia, trovandovi davanti a un antico cratere interamente ricoperto da vigneti. Qui si produce ancora il “corinto nero”, uno dei vitigni autoctoni delle Eolie, e – fatto davvero eccezionale – lo si fa a “piede franco”, ossia con viti originali non innestate su quelle americane, che hanno resistito al flagello della fillossera. Al bivio, una breve deviazione verso destra vi permette di raggiungere gli apiari di Gianni Iacolino, dove si produce ottimo miele biologico; proseguendo lungo la strada in cemento, si scende invece gradualmente di quota e si arriva all’ “Hikers rest”, un angolo ombreggiato e attrezzato con amache e sedie dove potete ristorarvi: questa piccola oasi messa gratuitamente a disposizione degli escursionisti, per chi pratica trekking a Lipari, da Luigi, proprietario del vicino B&B e azienda agricola “Numero Zero”, è una tappa obbligata prima di riprendere il cammino in direzione di Lipari; giunti alla chiesa di San Bartolo al Monte, una direttissima – e, di conseguenza, ripidissima – stradella in cemento e in pietra vi permetterà di raggiungere il paese in una ventina di minuti.